Casa Berra

Claudio Borghi

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è nato a Barlassina nel 1954. Si è diplomato al Liceo e all’Accademia di Brera. La sua prima esposizione è del 1978 alla Galleria elle Ore di Giovanni Fumagalli e Giuliana Pacini, in concomitanza della Biennale di Scultura del Comune di Arese alla Villa Medici-Burba di RHO quale rappresentativa degli studenti di Brera. Ha partecipato a mostre collettive a carattere nazionale e internazionale, tra cui “Asti Scultura,” curata da Mario De Micheli, XXIX^, XXX^, XXXI^ edizione della Biennale di Milano. Da allora ha tenuto regolarmente mostre personali alla Galleria delle Ore e, successivamente, alla Galleria Spaziotemporaneo di Milano. Sue opere fanno parte di importanti collezioni italiane e straniere. Recentemente ha allestito una mostra personale presso le segrete di Palazzo Ducale a Gubbio curata, da Lorenzo Fiorucci e inaugurato il monumento ASECSI a S. Vito al Tagliamento (Friuli V.G.). Nel novembre 2021 ha pubblicato nella collana Morfologie di Mimesis editore il volume: In lontananza. Passaggi per una scultura non sospetta.

MOLESKINE VERTICALE 2010

acciaio verniciato  h. 230 X 20 X 20

Come denuncia il titolo dell’opera, oggetto dell’attenzione è stato il famoso quaderno “a fisarmonica” per schizzi, versione Japanese, prezioso compagno di vacanze senza del quale non mi muovo.

Quando si tratta di ricordare, nell’incessante susseguirsi delle immagini che oggi ci accerchia, la memoria ricorre al fermo immagine: da qui la scelta di una scultura frontale, come una fotografia, con un punto di vista preferenziale, quasi obbligato, come nel basso e l’alto rilievo: compito dello scultore non è di mettere in fila i migliori volumi ma i volumi possibili col il maggior “peso specifico”. Che si tratti di pittura, scultura o poesia, l’arte ha il solo scopo di mostrarci le cose che non colpiscono esplicitamente i nostri sensi e la nostra coscienza, liberandoci temporaneamente da quelle generalizzazioni, convenzioni rappresentative e pregiudizi legate al senso comune, ma che orientano in anticipo la nostra attenzione. In un certo senso, nel mio studio sono un distratto, un individuo i cui sensi si trovano ad essere accidentalmente, come per errore, disconnessi di fronte alla loro funzione pratica. Il senso comune è ciò che rende impossibile gli incontri. Gli incontri si fanno per caso, per distrazione, inciampandoci, come questa volta è capitato nel mio particolare quadernetto da disegno. Ovviamente ci sono dei momenti in cui è assolutamente indispensabile essere attenti a ciò che tutti prestano attenzione: spesso “distrazione” significa prestare attenzione alla cosa sbagliata. Il momento è magico. Compito dello scultore è di caricare il mondo sulle sue costruzioni, in cui la troppa attenzione è un errore quanto la poca. Uno sguardo che a momenti si fa suono, respiro modulazione, brivido, anelito. Guardare qualche cosa significa soffermarsi di fronte a esse e restarne stregato, prigioniero, significa dargli credito. Significa, in un certo modo, innamorarsi.

 

 

 

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Patrizia Trimboli

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