Claudio Magris
(Trieste, 1939); Aver letto tutti i libri non è una condizione sufficiente per diventare un critico di gran razza, ma certo è una buona partenza.
Lo mostra Magris, tanto più che in lui la strabiliante, strabocchevole ricchezza di letture non solo nutre profondamente la tecnica del critico, ma fa strettamente parte del vissuto, come avviene molto raramente. […] In nessun critico dei nostri giorni si rivela così potente [ …] la funzione catartica della critica – o forse del vagabondaggio culturale in genere.
Pier Vincenzo Mengaldo, Profili di critici del Novecento, Bollati Boringhieri 1998.