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Pensare per immagini - IL COLORE DEL BUIO

Category: Conference Hits: 131 Last Updated: Mercoledì, 15 Novembre 2023 12:08

Luigi Grazioli in dialogo con ALESSANDRO CARRERA

L’arte è un’avventura sconosciuta in un territorio sconosciuto (Mark Rothko)

È da questo pensiero che possiamo avvicinarci di più alla riflessione di oggi sul volume “Il colore del buio”, scritto da Alessandro Carrera, per riflettere sul rapporto che abbiamo con le opere di Rothko e di altri artisti, conservando nell’animo quell’unità e immediatezza infinita, quando il respiro dell’invisibile incalza.

Più ci si addentra nei colori, più sembra che essi provengano da un silenzio cosmico, abissale, da segreti spazi del cuore, come avviene nella grande musica.Quando si scrive di un colore, esso cade da sé stesso, il suono della luce evoca l’azzardo dell’Impossibile, la voce nelle mille voci.

Quando guardi ‘Lo Studio Rosso’ di Matisse tu diventi quel colore, ne sei totalmente saturo, come se fosse musica (Mark Rothko)

La Rothko Chapel sembra un respiro più grande – tu ci sei dentro.

È proprio questo lo scopo: essere dentro, spettatore e artista. Lo spazio è presenza. Il colore è profondità. Aveva espresso Rothko, nel 1954: “Sarebbe bello se in tutto il Paese fossero disseminati piccoli luoghi, come una cappella ad esempio, dove il turista o il viandante potessero sostare per un’ora a meditare, in solitudine, su un unico quadro appeso”. La cosa Ultima: l’invasione del buio, niente appare paragonabile. Lo spazio dell’immenso, l’ora del Dio absconditus che va oltre la porta della pittura.

Scrive Mark Rothko: “La grandezza a ogni livello di esperienza e significato, della missione che mi avete affidato supera ogni mia concezione precedente. E mi sta insegnando a superare me stesso oltre quello che pensavo possibile”; aggiunge: “Voglio dipingere sia l’infinito che il finito”, “Voglio unire nella cappella l’Oriente e l’Occidente”.

Una visione che attesta l’assoluto.

Un’icona irrinunciabile della nostra civiltà, specifica Massimo Cacciari

Tantissime domande sorgono dallo sguardo della scienza, uno sguardo che capta, che non smette di fissare la forma del buio, là dove sembrano non esserci più né essere né immagine, solo il non luogo dell’Impossibile, la soglia all’enigma. Che si possa rispondere dell’ultima via della luce o della prima è parola lontana, ancora da spiegare. Nella più tacita oscurità, la fisica quantistica ritiene che sussistano delle fluttuazioni elettromagnetiche scaturite dal buio emesse da fotoni, quantità elementari di luce, cioè una strada bianca nel cuore invisibile. 

Alessandro Carrera, è professore di Italian Studies e di World Cultures and Literatures alla University of Houston, in Texas. Autore di numerose pubblicazioni, citandone una: “La consistenza della luce” (Feltrinelli 2010). Ricordiamo che ha tradotto le canzoni e le prose di Bob Dylan (Feltrinelli, 2016-17)  

Luigi Grazioli, dopo aver insegnato nelle scuole superiori, è da qualche anno in pensione. Ha pubblicato i volumi di racconti: Cosa dicono i morti, Campanotto, 1991; Racconti immobili, Greco&Greco, 1997; Il primo Congresso del Sindacato dei Profeti Viventi, Effigie, 2008; e i romanzi Lampi orizzontali, Greco&Greco, 2004, e Tempesta, Effigie, 2011, e, per Doppiozero, gli Ebook Emmanuel Carrère e Figura di schiena. Ha diretto dal 1999 al 2020 la rivista “Nuova prosa”; è caporedattore di www.doppiozero.com.
Gran parte dei suoi racconti, recensioni e testi critici su letteratura e arte si possono trovare nel suo blog: A spasso nella caverna

I partecipanti possono scrivere e porre domande a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Patrizia Trimboli

Patrizia Trimboli

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